Una leggenda del Barcellona lascerà il club blaugrana al termine del suo contratto. Stiamo parlando di Sergio Busquests: il centrocampista ha rilascio un intervista per La Gazzetta dello Sport dove ha parlato delle sue idee attuali per il futuro. Al momento, non ci sarebbe una scelta definitiva ma il suo approdo dipenderà solo da una condizione, quella di non incontrare il Barcellona. Ecco cosa ha detto: “Andrò a giocare fuori dall’Europa, non so ancora dove. Non posso pensare di dover affrontare il Barça da avversario per obiettivi importanti. Sarebbe difficilissimo e non voglio”.
Nell’intervista, il campione del Barcellona si è soffermato anche sulla prossima finale di Champions League che vedrà l’Inter affrontare il Manchester City. Sulla partita Busquets ha detto: “Tutti pensano che vincerà il City, ma occhio. Primo perché in una finale può succedere qualsiasi cosa, e non è una frase fatta. E secondo, quando giochi contro una squadra come l’Inter che ha un sistema così preciso, identificato e rodato tutto diventa molto difficile. L’Inter si chiude benissimo, in mezzo è molto raccolta e ha l’aiuto degli attaccanti. Lo dico per esperienza, perché quest’anno ci abbiamo giocato due volte e abbiamo sofferto. L’Inter magari non crea tantissime occasioni, ma gioca con due attaccanti contro due centrali. In questa situazione, io vedo l’Inter capace di far danno al City. Può succedere di tutto”.
Non poteva mancare una domanda sull’ex tecnico del Barcellona, lo stesso Pep Guardiola finalista di Champions con il suo Manchester City. Sul suo precedente allenatore Busquets ha risposto così: “Ha vinto in Spagna, in Germania, in Inghilterra. E sempre lasciando un segno. Ok, sono squadre forti, ma con lui sono progredite, hanno acquisito qualcosa in più, e un’identità precisa. E i giocatori sono cresciuti. Tutti giocano come vuole lui. In questi 15 anni ha provato tante cose nuove, la sua è un’evoluzione continua, si è adattato ad altre culture, ad altre idee. Quest’anno si è inventato il cambio posizionale di Stones. Prima aveva lavorato sul concetto del laterale. Ha preso il ‘9’, dopo aver provato senza successo qui con Ibrahimovic e in Haaland ha trovato soluzioni alternative. In partite importanti con lui ha la possibilità di giocare uno contro uno”.
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