Il Como torna in Serie A a distanza di vent’anni dall’ultima volta. Un campionato da protagonista in Serie B concluso al secondo posto, con l’obiettivo adesso di mantenere la categoria. Molto dipenderà dal mercato: diversi i giocatori già nel mirino dei fratelli Hartono, decisi a costruire una rosa di livello. Al sito ufficiale del club, il capitano Alessandro Bellemo ha parlato del passato e del futuro.
“Nella mia famiglia il calcio si è sempre seguito: da mio papà Bruno, a mio nonno Stellio, a mio fratello, che ha cominciato a giocare nella squadra della mia città, Chioggia. Io, da fratello minore, volevo diventare come lui. Abbiamo iniziato a giocare in strada, nei campetti. Mio fratello è stato colui che maggiormente mi ha influenzato all’inizio e che, nel momento in cui, dalla mia città, sono passato a giocare a Padova, mi ha spinto a continuare.
Quest’anno, quando è stato possibile, ho seguito molto la serie B. Per il resto, non guardo molto calcio, cerco di fare altro e di guardare altri sport. Ho pensato spesso di iscrivermi all’università, a Scienze Motorie, ma tutte le volte in cui mi è sembrato di essere convinto, alla fine mi sono tirato indietro. Mi dispiace ma penso che, ora, arrivato a questi livelli, sia giusto concentrarsi pienamente sul lavoro. Nel tempo libero cerco sempre di informarmi, guardo documentari, seguo travel blogger. E leggo molto, titoli diversi, in base al momento. Come il libro di Liliana Segre, che ho letto dopo il nostro incontro quest’estate in ritiro, o i tre libri che ho letto per migliorare l’inglese.
L’ambizione c’è sempre stata e si è sempre percepita. Ma poi tra il dire e il fare…Siamo stati bravi noi ed è stata brava la società a metterci a disposizione tutto ciò che serviva. Nel cuore porto due vittorie in particolare: quella con il Livorno, che arrivava dopo una sconfitta, e quella con l’Alessandria, che ha sancito la promozione in B. Il gruppo storico di questa squadra è quello che per me è diventata una compagnia di amici. Con Solini condivido tantissimo, anche solo per il fatto di abitare nello stesso condominio e di andare sempre agli allenamenti insieme.
Scendere in campo con la fascia da capitano è un onore per me. Io scendo con la fascia ma i capitani, in questo gruppo, siamo in tanti, è una squadra fatta da più colonne portanti. I tifosi? Sento il loro affetto che è totalmente ricambiato. Penso che i tifosi apprezzino il fatto che abbia sempre sudato la maglia, che non sia mai stato fuori luogo come capitano, che cerco – anche se magari non sempre ci riesco – di fare le cose bene”.
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