Calciomercato, De Zerbi: “Spero di tornare in Italia”

De Zerbi ha parlato della sua esperienza in Inghilterra manifestando l’intenzione successiva di tornare ad allenare nel campionato italiano

Calciomercato, De Zerbi: “Spero di tornare in Italia”

Roberto De Zerbi

Intervenuto alla Bobo TV, l’allenatore del Brighton Roberto De Zerbi ha parlato della sua avventura in Inghilterra e dei suoi progetti. L’allenatore ha spiegato che in futuro vorrebbe ritornare ad allenare in Serie A. Ecco cosa ha detto: “Io amo l’Italia, il nostro calcio. Sono italiano, ma adesso sto bene in Inghilterra, non ho mai avuto dubbi sul Brighton. Vado d’accordissimo con tutti, non c’è squadra che possa farmi cambiare idea, ho preso un impegno. Spero di tornare in Italia, se ne avrò la possibilità. Ma mi piace lavorare all’estero: le emozioni che sto vivendo in Inghilterra, gli stadi. Poi sto migliorando con la lingua, conosco meglio il loro calcio. Diventi padrone del campionato quando superi le 100 partite”.

L’esperienza di De Zerbi

Successivamente, l’allenatore del Brighton ha raccontato la sua esperienza in Premier League: “Mi sono divertito da morire. Come dice mio fratello Lele tutto torna. Avevo scelto di andare allo Shakhtar, una squadra favolosa poi ad un certo punto con la guerra e tutto mi hanno strappato la mia creatura. Non volevo allenare quando sono tornato in Italia, ho rifutato tutto. Poi però la voglia di riniziare c’era, ho trovato un posto che mi ha ripagato di tutto. Il primo periodo è stato difficilissimo, lingua e abitudini diverse. Ho cercato di modellare la mia idea sulle loro abitudini, togliendo del mio calcio però zero. Abbiamo inseguito il sogno, a metà febbraio parlavo di Champions. Quando anche i miei giocatori ne hanno parlato ho detto o stiamo andando fuori dal vaso o esce qualcosa di grosso. Sono tornato il primo giugno a casa, ma mi son rotto le palle e voglio riiniziare”.

Sugli obiettivi

Infine, De Zerbi ha parlato dei suoi prossimi obiettivi: “Tutta la stampa italiana mi descrive come un malato di calcio, il filosofo. Non hanno capito niente. Io son malato di tattica, ma questa non supera il 25-30%. Tutto il resto è gestione mia, senza seguire canoni. Riesco a capire più facilmente le persone un po’ più complesse perché lo ero da calciatore. Le più complesse e sensibili sono le più intelligenti. Se riesci ad essere coerente questi ti ripagano dieci volte più di una persona normale. Sono i più forti, i più puri”.