L’allenatore della Roma, Josè Mourinho, torna a parlare in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Frosinone.
SUL MOMENTO – “Vogliamo e dobbiamo vincere, non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi. Il mercato ci ha lasciato dei giocatori che hanno un peso importante e ho pensato che dopo la vittoria con l’Empoli quel peso sarebbe uscito, sia in campo, sia fuori campo. Quello contro il Torino è stato un punto negativo e a Genoa mi sarei aspettato continuità, un miglioramento che non c’è stato. Se vogliamo andare di nuovo su quello che è accaduto nella partita possiamo dire che sono successe tante cose, nel momento più importante per la squadra abbiamo subito nuovamente. Con i cambi è peggiorata ancora di più, la squadra ha perso stabilità e sembrava che potesse arrivare un pareggio, invece, arriva il terzo gol e ti spezza le gambe. Non succede sempre di vincere come contro l’Empoli. Dobbiamo avere il coraggio di entrare in campo e accettare una reazione di grande romanismo, avere un supporto fantastico e non avere un atteggiamento negativo“.
SUL RINNOVO – “Stiamo parlando di una situazione ipotetica. A me non piace parlare di situazioni ipotetiche, tre mesi fa c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. A Budapest in campo ho detto ai giocatori e allo staff che sarei rimasto qui, due giorni dopo giochiamo a La Spezia, io ero squalificato e ho detto anche ai tifosi che sarei rimasto. Tre o quattro giorni dopo ho dato la mia parola anche ai Friedkin, durante il periodo delle vacanze estive ho avuto la piu pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata, per la parola data a tutto l’ambiente. Tre mesi dopo sembra che sono io il problema e questo non lo accetto, io non sono un problema. Nel calcio, così come nella vita, le cose sono multifattoriali, non si può dire: ‘il responsabile è quello li’. Sono piccole cose che accadono in qualsiasi azienda o struttura, è tutto multifattoriale e quello che tre mesi fa era il più grande problema del romanismo, dei giocatori e di Trigoria, io la mia parola la manterrò fino all’ultimo giorno e lavorerò ogni giorno per tutto questo. C’è solo una persona che mi può dire che i rapporti finiscono prima di giugno, se non me lo dice lui io resto qui fino al 30 giungo. Dobbiamo prenderci le responsabilità di quello che può succedere e bisogna vincere domani“.
SU CRISTANTE – “Pinto è stato qui nei primi giorni di settembre e ha fatto una buona spiegazione di come la Roma è obbligata ad interpretare il suo accordo. Si devono prendere decisioni anche se ci sono dei rischi, Ibanez e Kumbulla non ci sono più, quando Smalling si è infortunato siamo rimasti in 3 in un periodo in cui si giocano 3 partite alla settimana. L’infortunio di Diego fa parte della sua storia clinica e ci ha messo in difficoltà, ma non è il momento di trovare alibi perchè non è colpa di nessuno, è una conseguenza di una situazione che sapevo perfettamente che potesse accadere. Nel miglior momento che abbiamo avuto contro il Genoa, la squadra sembrava che stesse andando verso una determinata direazione, è stata forzata a fare un cambio che ci avrebbe dato di più. Cristante ha avuto un evoluzione fantastica, è diventato sveglio, obiettivo, veloce, fondamentale per noi, quando l’ho abbassato la squadra è peggiorata. Per giocare a 4 possiamo giocare solo con El Shaarawy a sinistra e con Dybala che potrebbe restare fuori. Abbiamo una partita difficile, con una grande pressione e dobbiamo giocarla al massimo delle nostre potenzialità. Mi aspetto di più da tutti, in primis da me stesso, ma anche dai giocatori“.
UNIONE CON LA SQUADRA – “Quando una persona sta bene non cambia. Anche nel primo anno ci sono dei problemi, non serve arrivare al terzo o quarto anno, anche a livello umano. Penso che tutto sia una maratona, in questo caso, se sei da 3,4 o 5 anni in una squadra non è ubn problema, quando tu non senti più questo amore allora capisci che è finita, ma non esistono altre varianti. In questo caso il rapporto con la squadra esiste, dentro questa sede ci sto benissimo, con i giocatori anche e non posso dire che mi è piaciuto di più in qualche altro posto“.
SENSAZIONI – “E’ in questo tipo di momento che uno si deve isolare. Gli altri non sono con te, non ti vogliono aiutare e ti lasciano da solo, l’allenatore quando perde è un uomo solo. Devi pensare e decidere da solo, perchè ora molta gente da opinioni”
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