Serie A – Quello italiano è uno dei campionati più vecchi al mondo: il dato
La Serie A è uno dei campionato più vecchi del mondo: specialmente quando si parla di calciatori sotto i ventuno anni
La mancata qualificazione dell’Italia alla Coppa del Mondo, la seconda consecutiva dopo la non partecipazione a Russia 2018, ha contribuito a scuotere l’ambiente. Al punto che gli addetti ai lavori, e non solo, sono tornati ad interrogarsi sull’utilizzo dei giovani in Serie A. Specialmente quelli al di sotto dei ventuno anni di età. Molti di loro hanno fatto leva su questo e chiesto, tra le varie migliorie che verranno applicate al campionato italiano, l’inserimento dell’obbligo relativo allo schieramento di un determinato numero di giovani italiani. Anche perché sono i dati a parlar chiaro. Secondo il CIES infatti, ovvero l’osservatorio calcistico, che ha da poco stilato la lista dei sessanta campionati di tutto il mondo nei quali giocano i giovani, il massimo campionato italiano occupa il cinquantaduesimo posto in questa particolare graduatoria. Leggermente meglio la Serie B che è invece dieci posizioni avanti alla massima divisione.
Parola al mister
A tal proposito l’allenatore dell’Under 21 azzurra, Paolo Nicolato, ha rilasciato alcune parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Questo il suo commento: “Non so se l’ipotesi dell’obbligo di far giocare i giovani sia una strada percorribile. Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto giuridico. Chiaro, però, che bisognerà trovare una soluzione. Le scelte che prendiamo oggi mostreranno i risultati tra qualche anno. Vero, i giovani che giocano sono pochi. Ma è anche vero che il livello non è poi così alto. Questo perché si è investito poco nei settori giovanili. Insomma, alcune componenti sono da sistemare.
La punta dell’iceberg
In conclusione, il tecnico della Nazionale ha anche parlato della questione Italia. Quello della compagine maggiore, tuttavia, per il mister è solo uno dei tanti problemi del calcio nostrano: “La Nazionale è solo la punta dell’iceberg. Bisognerà farsi qualche domanda in più per capire come risolvere questa situazione. Nessuno, in questo momento, può girarsi e guardare da un’altra parte. Insieme capiremo come muoversi”.