Inter, Bisseck: “Il mio primo campo era in pietre. Henry il mio idolo”
Yann-Aurel Bisseck, difensore dell’Inter, ha parlato nel corso della puntata di ‘New Brothers’, in onda su DAZN…
Yann-Aurel Bisseck, difensore dell’Inter, ha parlato nel corso della puntata di ‘New Brothers’, in onda su DAZN.
Ricorda la sua prima partita?
“I miei genitori dicono che ero molto confuso, che ho iniziato a fare autogol. In un certo senso è una storia divertente”.
L’idolo da bambino?
“Probabilmente Henry, era un calciatore straordinario”.
Il primo campo in cui ha giocato?
“Non era in buone condizioni, non c’era l’erba ma solo pietre. Sono queste le esperienza che ti rendono forte”.
Il primo ruolo?
“Attaccante, come quasi tutti i bambini. Col passare del tempo sono diventato sempre più alto e gli allenatori hanno iniziato a spostarmi in difesa”.
Durante le partite, riesce a individuare i punti deboli dell’avversario?
“Di solito prima della partita, lo staff tecnico e i match analyst cercano di spiegarmi i punti deboli degli avversari. In campo, invece, i giocatori seguono l’istinto, alla fine conta chi ha la meglio in quel preciso momento”.
La caratteristica più importante per un giocatore?
“Penso che dipenda dalla posizione in campo e da quello che ti chiede l’allenatore”.
Che tipo di difensore è?
“Un difensore moderno, mi piace avere la palla tra i piedi e giocarla. Mi piace andare in avanti e segnare, ma anche difendere. A volte un bell’intervento in scivolata in area è meglio che segnare un gol”.
Cosa le piace di più della vita da spogliatoio?
“Alle volte non sai se piace agli altri, ma qui all’Inter mi sono subito sentito a casa. Tutti mi hanno accolto bene ed è stato facile ambientarmi”.
Conta di più il talento o la determinazione nel calcio?
“Probabilmente la seconda, perché conosco molti ragazzi di talento che non ce l’hanno fatta. Serve il giusto mix, ma il duro lavoro è importante”.