Rafael Leao, protagonista dello Scudetto del Milan e nominato MVP della Serie A, è stato intervistato da Login, mensile del Corriere della Sera, dedicato a innovazione, scienza e nuove tecnologie. Sul suo valore di mercato non si sbilancia: “Per carità, quella è una cosa a cui non penso. Il mio valore reale è un’altra cosa. Dio mi ha regalato il talento e io devo essere grato e continuare a lavorare duro per non sprecarlo“.
Il periodo degli stadi vuoti è stato particolare: “Il calcio senza tifosi è un’altra cosa. Quest’anno a San Siro è venuto a sostenerci in totale oltre un milione di persone, senza considerare quante volte in trasferta è stato come giocare in casa, come a Reggio Emilia nella gara decisiva. E poi la marea di gente che ci ha accolti al nostro ritorno in città e il giorno dopo nella parata col pullman scoperto. Le sensazioni che si provano nella vita reale sono un’altra cosa!“.
Sui social ha superato il milione di followers: “Ammetto che fa piacere. È un onore essere un esempio per i più giovani che mi seguono per il mio modo di essere o per i contenuti che posto. Ma sono un calciatore, un attaccante, e quindi i numeri che mi fanno più piacere sono quelli sul campo“.
Gli eSports: “La PlayStation è sicuramente tra i miei hobby e durante il lockdown ho anche giocato un derby digitale contro un calciatore dell’Inter, un modo per stare vicini ai tifosi in un momento difficile della vita di tutti. Gli eSports sono un trend in grande sviluppo e un mercato che può crescere ancora tanto nei prossimi anni. Però credo che le emozioni che regala una partita di calcio reale, dal vivo, siano imparagonabili“.
Le relazioni sui social: “Noi non sentiamo questa differenza, la mia vita quotidiana è un mix naturale tra reale e digitale, siete voi non nativi digitali che vi ponete sempre il problema. Mia mamma mi videochiama tutti i giorni, ad esempio. Anche se spesso vuole solo sapere se ho mangiato bene“.
Sulla famiglia: “Per me la famiglia è la cosa più importante. Quello che faccio in campo voglio trasmetterlo a loro, voglio fare bene per loro. Il rapporto con mia mamma è speciale, ve l’ho già detto: chiama tutti i giorni per sapere come sto. Mio padre è una persona diversa, vuole che faccia le cose giuste. Sono molto legato, con il primo stipendio ho comprato subito la casa per loro“.
La passione per il rap: “Mi piace molto rappare e penso che quando finirò la mia carriera di calciatore potrei fare quello nella vita. Per ora è solo un passatempo: faccio trap, ma parlo soprattutto della mia vita, dei sacrifici per arrivare fin qua. Pensieri che condivido anche con Cabral, una presenza fissa nella mia vita. Ecco, l’amicizia è un altro valore importantissimo, anche in quello che fai: nel calcio ho molti amici, nel Milan e in altre squadre. Questo crea gruppo, unità di intenti e anche di valori. E sono orgoglioso di essere in un club molto attento a temi di responsabilità sociale, che ha fatto molto per promuovere l’equità, l’uguaglianza e l’inclusività attraverso gli esempi positivi dello sport“.
Il motivo del nome d’arte Way 45: “Molte persone me lo domandano: 45 è il codice postale della mia regione in Portogallo, mentre Way è il cammino, quindi è un po’ una connessione tra le mie origini e la strada che sto percorrendo. Il Barrio de Jamaica, dove sono nato, è tutto per me: è lì che ho iniziato a giocare, che ho la mia famiglia, i miei amici, le persone più importanti. È il mio cuore“.
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