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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato in conferenza stampa ieri dopo l’amara esclusione dell’Italia dal prossimo Mondiale. Le sue parole: “Il programma continua e deve essere anche la cura per guarire queste forti lacerazioni. Insieme abbiamo condiviso gioie straordinarie e ora questo dolore lo dobbiamo superare insieme. Io raccolgo maggiori energie, non ho timore nel metterci la faccia. Sottolineo ancora una volta, al di là del risultato ingiusto, devo dire che è penalizzante”.
“Assolutamente sì. Capisco, saranno giornate dove si cercherà in tutti i modi di destabilizzarci. Le critiche fanno parte del rovescio della medaglia: come abbiamo gioito questa estate, ora sono pronto a ricevere tante critiche. Ma non ci sono spiragli nel mondo federale, io devo continuare a proteggere questa Nazionale. Si va avanti a testa alta, consapevole che quando non si vince c’è qualche errore”.
“Quel sentimento di entusiasmo non si può disperdere, lo abbiamo visto anche stasera: ciò che rimane è un sentimento fortissimo che dobbiamo mantenere. Critiche sì, ma non dobbiamo scalfire quanto costruito fino a oggi. Si creerebbe qualcosa di più pericoloso rispetto alla sconfitta di questa sera”.
“Negli ultimi tre anni la Nazionale ha trovato il suo spazio e momenti di grande esaltazione. Manca una capacità da parte dei primi fornitori del materiale umano, abbiamo il 30% di italiani che giocano nelle Primavere e dei limiti oggettivi. I tecnici hanno una missione pressoché impossibile nel fare selezione: si cerca di valorizzare il più possibile i giovani che hanno poco impiego nelle loro società. Questo non vuol dire che i club hanno responsabilità per questo risultato: sicuramente, rispetto ad altre realtà c’è carenza di materiale umano”.
“E’ questo… Mentre i ragazzi arrivano con entusiasmo, a ogni convocazione c’è sempre grande resistenza da parte dei club. La Nazionale è vista dai club più come fastidio che come opportunità. Ma la mia non è mai stata diplomazia, è una forma di rispetto. I club tutelano il loro patrimonio, i loro interessi: noi non possiamo imporre delle regole, possiamo chiedere. Questo è l’aspetto di confronto e dialogo. Deve invece far riflettere una progettualità monca, ci sono pochissimi selezionabili. Qualcosa deve essere rivisto e su questo abbiamo noi la responsabilità, dobbiamo aprire un confronto molto più incisivo coi club. Non è la serata per poter accampare delle ipotesi di verifica alternativa al risultato negativo: da questo dobbiamo partire per costruire il bene del nostro paese, senza cercare troppi alibi. Stasera abbiamo perso immeritatamente, mi dispiace per i ragazzi che in questi giorni non ho visto bene, di più…”
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