Serie A – Lulic: “Mi aspettavo chiarezza dalla Lazio, voglio fare l’allenatore”
Senad Lulic, ex calciatore, ha analizzato la sua esperienza con la Lazio, parlando anche dell’addio dai biancocelesti.
Senad Lulic, ex centrocampista della Lazio, ha rilasciato delle dichiarazioni a Il Corriere dello Sport, parlando della sua avventura in biancoceleste. Ecco le sue parole: “Quando torno a Roma sento un amore incredibile ed è la cosa più bella. Mi stimano anche come uomo. Sono orgoglioso dei miei 10 anni laziali. Mi arrivano messaggi, mi sento amato. Non avevo aspettative però mi aspettavo chiarezza. Pensavo che ci saremmo seduti per chiarire cosa fare. Ho provato rabbia, amarezza. Avrei continuato volentieri, 5 minuti dopo 10 anni potevano trovarsi. Invece sono partito per le vacanze e in vacanza sono rimasto. Neanche un grazie. E’ questo che mi dà fastidio. Ho giocato con dolori ovunque. La gente lo vede”.
Sull’infortunio subito nell’ultima stagione a Roma: “Non è stato un infortunio, è stato un incidente. Tanta gente non lo sa o fa finta. Per fortuna mi è successo a 35 anni. Avevo offerte, ma se avessi continuato avrei avuto bisogno di qualcuno che mi seguisse da mattina a sera. Ai primi di gennaio 2020 mi faceva male la caviglia, a Brescia avevo preso un colpo. Ho continuato a giocare con i dolori, non c’erano tanti cambi. Tutti mi dicevano che sarebbe passato tutto, che la caviglia era solo infiammata. Alla fine mi sono riposato un anno. Dopo le infiltrazioni mi è venuta un’infezione alla caviglia, colpa di un batterio, lo stafilococco. Mi sono dovuto operare tre volte, una a Roma, due in Svizzera. Dopo il primo intervento continuavo ad avere dolori. Ho fatto le valigie, sono andato in Svizzera. Il batterio mi ha smangiato i tessuti, i muscoli. Mi hanno spiegato che in casi estremi può essere a rischio la caviglia, possono essere attaccati gli organi, si possono creare infezioni nel sangue. Per fortuna è andata bene, non realizzavo che fosse un problema così grave”.
Sul futuro: “La mia famiglia era in Svizzera, è stata dura anche per la pandemia. Ho deciso di dedicarmi a loro. Mi riposo e mi ricarico. Il 6 giugno inizierò il corso a Coverciano, prenderò il patentino di allenatore Uefa A, non escludo il resto”.