Serie A

Empoli – Il ritorno di Tonelli per puntare alla salvezza

L’estate appena trascorsa è stata quella del ritorno di Lorenzo Tonelli in maglia azzurra. Il classe 1990 dopo aver disputato la trafila nelle giovanili dell’Empoli e sei stagioni con la maglia della prima squadra, si è trasferito al Napoli. In Campania non ha mai trovato molto spazio, collezionando solo 9 presenze in 3 anni. Nel mezzo si è trasferito alla Sampdoria, con i blucerchiati si è rilanciato scendendo in campo in 53 occasioni. Il ritorno dell’Empoli in Serie A ha riportato a casa anche lo stesso difensore centrale.

Tonelli con i toscani ha totalizzato 173 presenze in tutte le competizioni, ora avrà l’occasione per aumentare il suo bottino personale. Il giocatore nato a Firenze è stato uno dei protagonisti della grande stagioni disputata dall’Empoli nel 2014/2015. La squadra allora allenata da Maurizio Sarri si classificò al 15esimo posto da neopromossa e la coppia difensiva titolare era formata dallo stesso Tonelli e da un giovanissimo Rugani. L’ex calciatore della Sampdoria è tornato nella sua Empoli per provare a bissare il risultato ottenuto 6 anni fa.

Tonelli: “L’emozione è grande”

Queste le parole di Tonelli nella sua conferenza stampa di ripresentazione:

“L’emozione è grande, all’inizio mi sono sentito spaesato perché c’è stato un grosso salto di qualità su tutti i fronti. Ovviamente questa società per me ha un gran legame affettivo, la sento mia. Quando ero giovane l’ho vissuto io, c’erano giocatori di maggiore esperienza che servivano per aiutare i ragazzini, ed è quello che devo provare a fare. Per me è una cosa nuova, ma è uno dei miei obiettivi stagionali. Purtroppo nelle mie esperienze con Napoli e Sampdoria non ero in condizioni perfette e quindi ho il rimpianto di non aver dato tutto.”

“Inizialmente non c’era nessun contatto, anzi il presidente mi ha detto che non stavano cercando nessuno. Poi dopo qualche settimana mi ha richiamato per dirmi che serviva più esperienza e mi ha chiesto se potevo tornare. Secondo me in questa fase c’è più bisogno di un esempio silenzioso. La strada è lunga, serve tempo e costanza per un giovane. Questo lo possono apprendere più con la pratica che con le spiegazioni”.

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